La sicurezza in cantiere



In Italia l’andamento infortunistico evidenzia che il comparto delle Costruzioni rappresenta il settore con più frequenza di infortuni.

La prevenzione sugli infortuni da lavoro deve rappresentare una priorità di intervento per le istituzioni, le forze sociali e la società civile in quanto la vigilanza e la repressione da soli non bastano.

I dati sull’andamento infortunistico indicano tuttora il settore delle Costruzioni come la priorità di rischio nazionale con circa 90.000 infortuni riconosciuti all’anno e con un decisivo contributo percentuale (più di un quarto) agli eventi mortali.

Anche in edilizia in questi anni si è verificata una contrazione dei tassi infortunistici ma tali livelli restano elevati in relazione all’incidenza e alla gravità delle lesioni.

Gli infortuni non in itinere in edilizia costituiscono il 15,1% del totale degli infortuni riconosciuti, il 18% dei casi gravi e il 27% dei mortali (il doppio dei trasporti che si collocano al secondo posto per i casi mortali).

Le cadute dall’alto rappresentano ancora una delle tipologie d’infortunio più frequente e più grave. Tali eventi riguardano in primo luogo la caduta da tetti, seguita da eventi legati alla scale portatili, poi alle opere provvisionali in genere.

Per una adeguata prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro occorre elaborare una linea di intervento integrata tra controlli ispettivi in cantiere, formazione e informazione nei confronti dei soggetti interessati, assistenza tecnica e procedurale verso le imprese e i coordinatori della sicurezza.

Occorre operare in diversi ambiti:

Vigilanzadeve aumentare la quota di cantieri da ispezionare ogni anno in rapporto alle notifiche preliminari di apertura cantiere. Naturalmente al controllo della sicurezza va associato il controllo della regolarità dei rapporti di lavoro.
Formazione - con la collaborazione di tutti i Soggetti Istituzionali e le Parti Sociali, occorre promuovere nelle scuole e nei luoghi di lavoro le attività formative per diffondere la cultura della sicurezza.
Assistenza - con la rete dei CPT occorre assistere i Committenti, i Coordinatori per la Sicurezza le Imprese (specie quelle di minori dimensioni) ed i lavoratori con servizi consulenze ed informazioni elaborando materiali dal linguaggio chiaro e comprensibile.
Promozione delle buone pratiche - occorre promuovere la socializzazione delle migliori esperienze in materia di prevenzione per costruire un linguaggio tecnico comune tra imprese, professionisti, lavoratori ed Enti di vigilanza.
Iniziative straordinarie di comunicazione - per incidere maggiormente rispetto ad alcuni messaggi chiave e rispetto ad alcune categorie specifiche di lavoratori o datori di lavoro.

La criticità maggiore è rappresentata dalla diversità di sensibilità e di risorse dedicate nelle varie realtà regionali, spesso insufficienti ad affrontare efficacemente la complessità delle azioni di prevenzione.

Un obiettivo comune deve legare tutti i cittadini, le istituzioni e gli addetti ai lavori: ridurre drasticamente gli infortuni, in particolare mortali e gravi, in edilizia.

È necessario diminuire la disomogeneità di intervento per la promozione della salute e sicurezza e di attività di controllo sul rispetto delle normative, presente oggi nel territorio, stabilendo dei minimi comuni da raggiungere nel medio termine;

Il settore delle costruzioni conosce la straordinaria esperienza degli enti bilaterali quali Cassa Edile, Scuola Edile e CPT che integrandosi con il resto del sistema della prevenzione potranno dare quel valore aggiunto utile per normalizzare il settore.

Un ruolo importante è inoltre riconosciuto alla figura del RLST (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) che sempre di più deve rappresentare uno strumento di prevenzione e consultazione a disposizione dei lavoratori nella materia specifica della sicurezza.